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15 marzo, solidarietà con il popolo Siriano

Posted by on Gen 1, 2014 in Novità | 0 comments

15 marzo, solidarietà con il popolo Siriano

Per la ricorrenza del terzo anniversario della rivolta siriana, un’ampia coalizione di organizzazioni della società civile ha promosso una manifestazione nazionale in sostegno del popolo siriano e delle sue richieste di libertà e dignità. Questa mobilitazione vuole essere al fianco del popolo siriano, in sostegno alla sua legittima aspirazione ad autodeterminare il proprio futuro al riparo dalla brutale dittatura di Assad. L’appello alla mobilitazione è stato lanciato dai comitati di solidarietà nati in varie parti d’Italia ed è stato accolto dalle associazioni di siriani in Italia, da associazioni antirazziste, pacifiste, organizzazioni sindacali e della sinistra italiana, intellettuali e giornalisti (Un Ponte Per…, l’Associazione 3 Febbraio, ONSUR Italia, Beati i Costruttori di Pace, La Comune, mentre tra le adesioni individuali ci sono quelle dei rapper siriani Muhammad Abou Hajjar e Zanko El Arabe Blanco oltre a quella del giornalista Domenico Quirico, sequestrato in Siria dal 9 aprile all’8 settembre del 2013). Da notare anche l’appello convergente prodotto dalla Rete per la Pace, la più grande coalizione italiana di organizzazioni pacifista laiche e cattoliche, che ha espresso solidarietà ed invitato ad aderire al corteo di Roma. L’appello: La manifestazione si svolgerà a Roma, con partenza da Piazza della Repubblica alle ore 15.00 ed arrivo in Piazza del Santi Apostoli e promuove un appello di 6 punti: Libertà e autodeterminazione per il popolo siriano – Via il regime criminale di Assad – Contro le bande terroristiche che colpiscono la popolazione ed i rivoluzionari – Fermiamo la spirale bellica, stop all’assedio delle città – Libertà per i prigionieri – Solidarietà con i profughi palestinesi in Siria, vittime della repressione del regime di Assad – Protezione umanitaria ed accoglienza per i profughi siriani e per tutti gli immigrati Perché il 15 Marzo? Nonostante alcune timide avvisaglie ci fossero state già prima, la data del 15/3/2011 è stata scelta come inizio della rivolta siriana perché quel giorno nella città meridionale di Dara’a le forze di sicurezza di Assad arrestarono 14 bambini, colpevoli di aver scritto su un muro gli slogan della primavera araba rivolgendoli al regime di Damasco. I bambini furono restituiti alle famiglie con evidenti segni di torture, dopo che Dara’a aveva assistito a manifestazioni senza precedenti nella storia recente della Siria represse subito duramente. Pochi giorni dopo ad essere rapito è Hamza Al Khatib, 13 anni, il suo corpo senza vita verrà restituito alla famiglia irriconoscibile per le sevizie subite. Inizia così la rivoluzione per la “dignità e la libertà” che per ben 8 mesi prosegue in maniera non violenta con slogan che inneggiano all’unità nazionale, alla non violenza e chiedono la fine della dittatura e della corruzione con cui il clan Assad governa il paese da oltre 40 anni. A partire dall’estate del 2012  quella che era una rivoluzione pacifica si è trasformata in una rivolta armata. Alcuni dati statistici: Nonostante il Violation Documentation Centre (organizzazione siriana considerata indipendente, le cifre si riferiscono ai casi in cui è stato possibile verificare l’identità delle vittime e le circostanze del decesso – http://www.vdc-sy.info/index.php/en/) abbia censito “solo” poco più di 100.000 morti, le stime parlano di oltre 150.000 vittime ed alcune si spingono ad ipotizzare oltre 200.000 vittime. Sono circa 2 milioni e mezzo i rifugiati siriani registrati presso l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati, cui ne vanno aggiunti quasi altrettanti tra profughi non registrati e coloro che si sono trasferiti da parenti o amici nei paesi vicini. Sommando anche i milioni di sfollati interni si può dire che tra un quarto ed un terzo dei siriani ha dovuto abbandonare casa propria. Stando alle stime della Coalizione Nazionale Siriana delle Forze di Opposizione circa il 55% dei...

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