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Turisti non per caso, ma solidali. Una proposta dal mondo AITR

Posted by on Feb 4, 2021 in foto, Home, Novità | 0 comments

Turisti non per caso, ma solidali. Una proposta dal mondo AITR

“Se i turisti non possono partire, i viaggi ce li mettiamo noi!” Questo è quanto hanno pensato i soci di Viaggi Solidali, cooperativa sociale torinese da vent’anni attiva nel campo del turismo responsabile. Dopo aver accompagnato per tanto tempo migliaia di turisti in giro per il mondo, con lo scoppio della pandemia di Covid-19, Viaggi Solidali si è ritrovata, come tutti gli altri tour operator italiani, ad annullare le proprie partenze. La preoccupazione è cresciuta, mese dopo mese, pensando alle drammatiche conseguenze che l’assenza dei turisti sta provocando nei paesi di destinazione, contesti dove in molti casi non esiste un turismo domestico in grado di sopperire al calo degli arrivi internazionali e dove i governi non hanno risorse sufficienti per sostenere economicamente chi beneficiava, in modo diretto e indiretto, del lavoro nel settore turistico. Essere turisti responsabili significa prendere sul serio il turismo, essere consapevoli delle sue potenzialità e scegliere vacanze che, oltre a essere divertenti e rilassanti, permettano anche di sostenere in modo concreto le comunità locali che ospitano i viaggiatori. Per questa ragione i tour di Viaggi Solidali hanno da sempre previsto che, chi partecipa ai viaggi, doni una “quota di solidarietà” pari a 70 euro a persona destinata a sostenere progetti di interesse sociale, culturale e ambientale nei paesi visitati. Tale “fondo di solidarietà” ha raccolto nel corso degli anni migliaia di euro che hanno permesso di raggiungere risultati significativi in campo sociale e ambientale. Senza viaggi e turisti, tutte queste attività rischiano di non essere più sostenibili. Per questa ragione, Viaggi Solidali ha deciso, pur nel mezzo della più grave crisi mai registrata dal turismo, di rispondere con uno slancio di fiducia nel futuro lanciando la campagna “Turisti solidali”. L’obiettivo è chiaro: in un periodo senza turisti, occorre mettere a disposizione un fondo di solidarietà eccezionale per continuare a sostenere i progetti avviati nei paesi che più stanno soffrendo la mancanza dei viaggiatori. Per le comunità locali, la campagna significherà di fatto ricevere l’equivalente delle quote di solidarietà di un viaggio… che non è mai avvenuto. Considerando che un viaggio con 12 partecipanti (ossia il sold out di Viaggi Solidali, che nell’ottica del turismo responsabile ha sempre sostenuto la necessità di viaggiare in gruppi medio-piccoli di massimo 12 persone) genera un totale di 840 euro di “quote solidali”, sarà proprio questa la cifra che Viaggi Solidali destinerà a ciascuno dei progetti che beneficeranno della campagna “Turisti solidali”. I primi 5 paesi ad essere sostenuti in questo inizio 2021 sono Myanmar, Marocco, Senegal, Ecuador e Romania, e altri se ne aggiungeranno nei prossimi mesi. È importante sottolineare che i protagonisti di questa iniziativa non sono solo i soci di Viaggi Solidali, ma anche e soprattutto i viaggiatori e gli amici di Viaggi Solidali, che hanno alimentato il “fondo di solidarietà” con le proprie generose donazioni, raccolte anche nel recente periodo festivo attraverso il sito Worth Wearing. Una raccolta che auspichiamo possa continuare. L’iniziativa “Turisti Solidali” ha il patrocinio dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR) e a tutela della trasparenza è stato nominato un Comitato di garanzia, formato da personalità indipendenti, che veglierà sul corretto uso dei fondi. Per informazioni:  enricomarletto@viaggisolidali.it info@viaggisolidali.it COMUNICATO STAMPA DI “VIAGGI...

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Turismo e formazione ai tempi del virus

Posted by on Apr 26, 2020 in foto, Home, Novità | 0 comments

Turismo e formazione ai tempi del virus

Come molte organizzazioni, anche AITR ha dovuto annullare o rinviare molte proprie attività programmate per la primavera in corso. Così anche l’edizione del corso-base che si sarebbe dovuta svolgere a Roma a fine marzo. Ferme restano le motivazioni, le necessità formative, le caratteristiche della formazione nel turismo responsabile così come la intende e l’ha sviluppata nel corso degli anni l’associazione nazionale di riferimento, come si può leggere nell’articolo che avevamo pubblicato in proposito. Cambia, tuttavia, il contesto generale attuale, in cui andranno calate le prossime iniziative formative. Maurizio Davolio, presidente di AITR, figura di enorme esperienza e capacità di riflessione nell’ambito del turismo in generale, osserva: “I webinar sono letteralmente esplosi in questo periodo in cui non è possibile organizzare incontri fisici. Questa modalità, già utilizzata molto nella formazione, resterà abituale o comunque molto frequente anche dopo la fine dell’emergenza. Certo, presenta tanti limiti rispetto alla riunione fisica, soprattutto in termini di incontro personale, socialità, convivialità. Però presenta anche vantaggi: un risparmio di costi (sia per i partecipanti che per i docenti); strumenti come chat, aule e laboratori virtuali, condivisione rapida di file e video…”. Per questi motivi, la Scuola di Formazione di AITR “Pina Sardella” in aggiunta, ma non in sostituzione, ai prossimi corsi in presenza, sta lavorando a lezioni online tematizzate, che – a costi del tutto accessibili – tratteranno argomenti quali: la costruzione di un viaggio di turismo responsabile, lo storytelling nel turismo responsabile, l’esperienza del turismo di comunità in Italia, il turismo nella cooperazione allo sviluppo, il ruolo delle guide nel turismo responsabile. Si cercherà, insomma, di trovare risposte agli interrogativi che chiunque operi o sia interessato al tema del viaggiare si sta ponendo in questi giorni. L’antropologo e scrittore Duccio Canestrini, ad esempio, propone di far tesoro dell’esperienza che stiamo vivendo per ripensare il turismo secondo criteri di sostenibilità, responsabilità, solidarietà. Il sociologo e formatore Sergio Fadini esamina pro e contro del cosiddetto turismo di prossimità, che sembra essere una possibile soluzione almeno per...

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Torna il corso-base di AITR! A Roma dal 20 al 22 marzo

Posted by on Feb 9, 2020 in Home, Novità | 0 comments

Torna il corso-base di AITR! A Roma dal 20 al 22 marzo

Anche nel 2020, così come negli anni scorsi, la Scuola di Formazione di AITR “Pina Sardella” organizza il corso-base sul Turismo responsabile. Quest’anno si svolgerà dal 20 al 22 marzo a Roma, presso l’Hotel Casa Valdese. In sintonia con le elaborazioni di seguito sintetizzate, la formazione costituisce per AITR una priorità strategica sin dalla sua nascita (1998): svolgere attività in questo ambito significa operare per la diffusione dei principi del Turismo responsabile fra coloro che già operano nel turismo o intendono operarvi; portare testimonianza di buone pratiche già sperimentate e collaudate; favorire il confronto fra esperienze diverse; promuovere la ricerca comune di soluzioni alle criticità della prassi quotidiana… Alla base vi è la riflessione per cui i benefici del turismo nelle aree di destinazione risultano tuttora inadeguati: da un lato, le zone maggiormente svantaggiate restano tali (è il caso dell’Africa sub-sahariana, pur con le dovute eccezioni); dall’altro, l’eccessiva pressione turistica genera danni e problemi anche alla parte più ricca del pianeta (è lampante l’esempio di alcune città d’arte italiane), con il fenomeno definito come “Overtourism”. Il turismo ha spesso disatteso le aspettative – volano di sviluppo economico, opportunità di incremento dei livelli occupazionali – dimostrandosi incapace di portare forme di benessere diffuso nelle comunità ospitanti, proprio perché ha puntato troppo sulla crescita quantitativa mancando di curare allo stesso modo il capitale umano e relazionale, la qualità dell’incontro che il turismo potenzialmente può suscitare e valorizzare.  È, quindi, di cruciale importanza erogare una formazione fondata “sull’insegnamento di un sistema di valori oltre che di competenze tecniche”: la formazione turistica avanzata “deve favorire anche la capacità degli studenti di sviluppare la loro intelligenza emotiva e sociale”, offrendo un contesto di studio idoneo a “supportare lo sviluppo della loro socialità e solidarietà” e ad “aiutarli a diventare cittadini responsabili […], rispettosi dell’ambiente e della società in cui vivono: proprio la complessità del fenomeno turistico e la sua capacità di generare variegati impatti – positivi e negativi – a livello locale e globale richiedono manager che siano allo stesso tempo cittadini e leader globali attenti alla sostenibilità economica, sociale e ambientale delle loro azioni” (M. Antonioli Corigliano, M. di Salle, «Il viaggio e l’incontro. Che cos’è il turismo responsabile», a cura di M. Davolio e A. Somoza, Altreconomia, 2016). PROGRAMMA DEL CORSO (possibilità di variazioni). Si inizia venerdì 20, con il “Circolo della conoscenza: condivisione delle aspettative, rotta dell’empatia” e con una introduzione al Turismo Responsabile: le Carte dei principi, i progetti in corso, le prospettive. Spazio anche alle buone pratiche nell’accoglienza, con breve presentazione de Le Case Valdesi. Si prosegue con la lezione-laboratorio su “Turismi Responsabili: la questione metodologica, differenze ed evoluzioni dei termini verso un turismo responsabile e solidale”, che prevede un work project sui temi trattati. E per chiudere degnamente la giornata, cena insieme con AITR! Il giorno dopo, sabato 21, sessione mattutina su “Impatti del turismo sull’ambiente, sulla cultura e sull’economia della comunità ospitante”, con lavoro di gruppo su: “Overtourism Quali soluzioni per contrastare la pressione turistica”? Alle undici, si parte per l’Esquilino, dove sarà possibile per i partecipanti al corso scoprire una Roma diversa grazie a Mygrantour. Dopo pranzo, ci sarà il focus group su Etica nel turismo: # Cooperazione allo sviluppo e Turismo in base alle Linee guida AITR # Accoglienza e migrazione # Da fasce deboli a soggetti forti – donne e turismo responsabile, lotta al turismo sessuale. La giornata finale di domenica 22 sarà dedicata alla condivisione dell’esperienza: conclusioni e prospettive, riflessioni e domande. Non prima però dell’incontro con il nostro presidente Maurizio Davolio, AITR in movimento: domande a ruota libera.  DESTINATARI Il corso è...

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Un quartiere chiamato mondo

Posted by on Ago 10, 2019 in foto, Home, Novità | 0 comments

Un quartiere chiamato mondo

Nel mio quartiere c’è Prabin. È yogi e giostraio, è venuto dal Nepal insieme al fratello. Due fratelli nepalesi, arrivati in Italia, nella mia città, chissà come, chissà perché. Due fratelli, come capita anche qui da noi, molto diversi l’uno dall’altro. Il suono dei loro nomi suona buffo alle nostre orecchie, ricorda un po’ quello di coppie celebri. Praolad è allegro, caciarone, ha subito imparato l’accento romanesco, si butta nella mischia quando i bambini che frequentano la giostra tirano fuori il pallone e giocano a calcio. Prabin, invece, è più posato, riflessivo, ama parlare del suo Paese, della sua cultura ma anche degli eventi drammatici come il sisma che lo ha squassato nella primavera del 2015. Entrambi sono stati preziosi compagni di giochi dei miei figli che, così come accaduto a me quand’ero bambino, hanno passato lunghi, bellissimi pomeriggi nel piccolo parco dominato dalla giostra di Prabin & Praolad, i fratelli nepalesi. Adesso Praolad è andato via. Ha raggiunto alcuni parenti in Germania, ha imparato il tedesco e vuole mettersi in commercio. Vuole farsi “una posizione”. È rimasto Prabin ad occuparsi della giostra, dei bambini e dei genitori, nonni o babysitter che li accompagnano. È stato bello scoprire che no, non si accontenta di fare il giostraio, anche se è un lavoro che svolge con serietà, scrupolo, attenzione. Lui vuole migliorarsi, aspira a fare qualcosa di importante nella vita – deve perseguire il proprio karma, e il karma lo ha portato sui sentieri della meditazione, della pratica yoga. È così che il nostro amico è diventato yogi, ha preso un diploma, continua a studiare, a perfezionarsi. Quest’estate farà un bellissimo viaggio nel sub-continente indiano. Un itinerario lungo le tante anime spirituali che popolano la grande India: la città sacra ai Sikh, Amritsar, nella parte indiana del Punjab, con il suo Golden Temple dove hanno luogo cerimonie piene di fiori e canti al suono di sitar, tabla e armonium; Rishikesh, alle pendici dell’Himalaya; Dharamsala, sede del governo tibetano in esilio, dove spera di poter vedere il Dalai Lama; Agra, sede del Taj Mahal; infine, Varanasi, sulle rive del Gange, sui cui ghat pire incessanti celebrano il culto dei morti. Ma è invece la vita, con le sue mille svolte, le sue pieghe nascoste dove sorgono nuove, inattese amicizie, che il nostro Prabin celebra.  Nel mio quartiere c’è Alì. Fa il barbiere, viene dall’Afghanistan. Più precisamente da Ghazni, città meno nota di questo Paese affascinante e sventurato. È un hazara, la stessa etnia del protagonista del libro e del film “Il cacciatore di aquiloni”. Immagino che la sua vita sia stata meno avventurosa, tuttavia il tono della voce che si abbassa quando gli si chiede della situazione afghana, che sappiamo essere di perenne guerra. I taliban prima, al-Qaeda poi, i miliziani di Daesh adesso… tutte creature degli apprendisti stregoni che, nel corso delle varie fasi storiche, hanno cercato di mettere le mani sull’Afghanistan, crocevia strategico malgrado lui. È gentile Alì, si capisce che è un giovane ben educato; vorrebbe far venire in Italia il fratello minore, di 15 anni, ma non è facile ottenere il visto: le nostre Ambasciate sono ben istruite, giovani potenzialmente pericolosi, provenienti da terre in fiamme, devono essere filtrati il più possibile. Ma Alì non si abbatte, ha il suo lavoro, per il quale è giustamente stimato – chissà, l’arte di maneggiare rasoio e pettine deve essersi sviluppata particolarmente in Asia meridionale, visto che anche il quartiere multietnico attorno a Piazza Vittorio pullula di botteghe gestite da afghani, indiani, bengalesi… pezzi di mondo disposti tra di noi, in modo casuale, come tessere di un puzzle che non devono necessariamente andare a posto, perché questo...

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I dieci anni di AGORÀ – Scuola del Sociale

Posted by on Giu 28, 2019 in foto, Home, Novità | 0 comments

I dieci anni di AGORÀ – Scuola del Sociale

La Scuola del Sociale “Agorà” ha festeggiato, il 21 giugno 2019, i suoi dieci anni di attività a Roma, presso la sede sulla via Cassia.  L’iniziativa, pensata per celebrare dieci anni di attività della Scuola, è stata anche l’occasione per raccontare il valore che la formazione ha assunto per le professioni del Terzo Settore. La sede della Scuola e il suo giardino hanno fatto da sfondo ad una bellissima giornata aperta al pubblico, caratterizzata da laboratori, seminari e attività all’aperto. I saluti di benvenuto – peraltro non rituali, ma densi di contenuto, di memoria storica e di intenti per il futuro – sono stati svolti da Antonio Capitani, dirigente presso la “Città metropolitana di Roma Capitale”, Antonella Gobbo, presidente della società Capitale Lavoro, e – last but not least – Giulio Marcon, già presidente del Comitato scientifico della Scuola del sociale, nonché ex parlamentare e attivista politico-sociale di grande spessore. A seguire, 4 workshop hanno offerto un saggio, concentrato ma intenso, di cosa sono stati questi dieci anni di Agorà: “La formazione come risorsa di sviluppo professionale e personale. Sistemi di formazione e sviluppo dei piani relazionale, emotivo e delle competenze degli operatori dei sistemi di cura”, con Bina Nigro, Barbara Chiappa, Fulvio Sciamplicotti e Nicola Titta; “In Form’Azione. La danza come esperienza formativa”, una lezione di danzaterapia all’aperto, con Alice Campoli e Alice Bendia; “Strapporitratto: un’attività pratica per sperimentare l’interpretazione della propria immagine”, laboratorio manuale con Paola Spigarelli; “Il reportage sociale. Foto e narrazioni della società che cambia”, presentazione dei reportage scritti e fotografici degli allievi della Scuola del Sociale, con Giuliano Battiston e Paolo Gherardi. Le attività svolte, come detto tutte di grande interesse, destano in tutti i soggetti coinvolti in questi anni – operatori, allievi, formatori – la speranza che la Scuola del Sociale possa continuare a svolgere l’importante funzione di centro formativo e di produzione culturale anche dopo il passaggio delle competenze amministrative dalla Città metropolitana (ex Provincia di Roma) alla Regione Lazio, con la chiusura (ahimé) della storica sede sulla Cassia ed il trasferimento in altra sede nei pressi della Cristoforo...

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