La Scuola del Sociale “Agorà” ha festeggiato, il 21 giugno 2019, i suoi dieci anni di attività a Roma, presso la sede sulla via Cassia.
L’iniziativa, pensata per celebrare dieci anni di attività della Scuola, è stata anche l’occasione per raccontare il valore che la formazione ha assunto per le professioni del Terzo Settore.
La sede della Scuola e il suo giardino hanno fatto da sfondo ad una bellissima giornata aperta al pubblico, caratterizzata da laboratori, seminari e attività all’aperto.
I saluti di benvenuto – peraltro non rituali, ma densi di contenuto, di memoria storica e di intenti per il futuro – sono stati svolti da Antonio Capitani, dirigente presso la “Città metropolitana di Roma Capitale”, Antonella Gobbo, presidente della società Capitale Lavoro, e – last but not least – Giulio Marcon, già presidente del Comitato scientifico della Scuola del sociale, nonché ex parlamentare e attivista politico-sociale di grande spessore.
A seguire, 4 workshop hanno offerto un saggio, concentrato ma intenso, di cosa sono stati questi dieci anni di Agorà:
- “La formazione come risorsa di sviluppo professionale e personale. Sistemi di formazione e sviluppo dei piani relazionale, emotivo e delle competenze degli operatori dei sistemi di cura”, con Bina Nigro, Barbara Chiappa, Fulvio Sciamplicotti e Nicola Titta;
- “In Form’Azione. La danza come esperienza formativa”, una lezione di danzaterapia all’aperto, con Alice Campoli e Alice Bendia;
- “Strapporitratto: un’attività pratica per sperimentare l’interpretazione della propria immagine”, laboratorio manuale con Paola Spigarelli;
- “Il reportage sociale. Foto e narrazioni della società che cambia”, presentazione dei reportage scritti e fotografici degli allievi della Scuola del Sociale, con Giuliano Battiston e Paolo Gherardi.
Le attività svolte, come detto tutte di grande interesse, destano in tutti i soggetti coinvolti in questi anni – operatori, allievi, formatori – la speranza che la Scuola del Sociale possa continuare a svolgere l’importante funzione di centro formativo e di produzione culturale anche dopo il passaggio delle competenze amministrative dalla Città metropolitana (ex Provincia di Roma) alla Regione Lazio, con la chiusura (ahimé) della storica sede sulla Cassia ed il trasferimento in altra sede nei pressi della Cristoforo Colombo.